Translate my blog

lunedì 12 dicembre 2011

Bleeding Rome - Scena 9: Il vampiro che non abbozza - parte prima


"...Roy non ha più dubbi, si trova dinanzi Brick, un anziano vampiro, quasi leggendario, tra le fila della Camarilla fin dalla sua fondazione nel ‘400.
Fino a un decennio fa è stato Conciliatore Malkavian, abbandonò la carica con la giustificazione «che non era poi così divertente». Da allora è stato avvistato successivamente in Città del Messico preda di fulminazioni religiose, a Zurigo sotto il nome di Ziegelstein e in altri luoghi del nord Europa senza mai aver chiari i suoi intenti e la sua lealtà."

La prima metà della scena del Quadraro è breve quanto sarà l'attesa per la seconda parte. 
Come faranno i tre vampiri più sfigati di Roma a portare a termine la missione?
Riassunti e download storia completa sulla pagina RPG in progress.

Scena 9: Il vampiro che non abbozza - parte prima

Roy, in compagnia di Charles, parcheggia nei pressi della metropolitana Numidio Quadrato, Mario è gia lì ad attendere i compagni. L’isolato è riempito dalla sola nebbia, alle tre del mattino l’intero quartiere popolare è a dormire in attesa del sorgere di un nuovo mattino feriale.
Lo stradone che porta all’aeroporto militare è diviso in due carreggiate, in fondo a questo Benito siede su una panchina al centro del viale. 
Charles propone: “Io rimango dietro, Chichi mi ha detto di non espormi e non vorrei che la sua copertura politica non sia ancora arrivata a quell’omino liggiù.” Sembrerebbe una scelta da furbo ma ha ragione, Mario e Roy non obiettano. “Ok, rimani coperto dai palazzi ma non perderci mai d’occhio, noi andiamo da Benito... Speriamo bene.”

I due giovani vampiri raggiungono il Vice Sceriffo, questo distoglie lo sguardo dalla palazzina dinanzi solo dieci secondi dopo l’arrivo dei personaggi.
Li squadra con occhio bieco: “E voi due che cazzo ci fate qui?!” è il suo buonanotte. Roy e Mario si guardano in faccia, sperduti, per tornare al comune intelocutore facendo spallucce “Ci ha mandati Gastone.” - “No, Gastone mi ha detto che avrebbe mandato tre Fratelli, non uno e mezzo” 
Il mezzo vampiro cui si riferisce è Roy, in qualità d’Infante non è ancora pienamente responsabile di sé stesso e il dettaglio lo mette sull’attenti con antipatia.
Benito torna a vomitare sentenze: “Ultimamente vi trovate sempre in mezzo ai guai, quando vi trovate coinvolti in un’operazione c’è sempre qualcosa che non torna. La mia fiducia inizia a vacillare. State tramando qualcosa? A Villa Borghese cosa non è andato?”
Mario si mostra imbarazzato: “Niente... C’è stata una rissa con uno...” La risposta non soddifa Benito: “Continuare a mentirmi non ti servirà a molto. Sappiamo entrambi cosa ci lega, ma non è più abbastanza per proteggerti. Devi dare prima di prendere. Andate all’ingresso di quel palazzo, prenderete ordini dagli Intoccabili e staccherete il servizio alle sei e mezzo del mattino.”
La sentenza è seguita dallo sguardo del Vice Sceriffo che da muto continua la frase con: “Prova e controbattere e ci rimarrai fino a mezzogiorno.”
I due Cainiti seguono il consiglio dell’occhiataccia e si incamminano a spalle ricurve verso la palazzina dinanzi la panchina. “Si dicono le sei e mezzo del mattino proprio perché sorge il sole a quell’ora...” sussurra Roy come a intendere altro. “Dici è il caso di vuotare il sacco stavolta?” - “È sempre meglio di no, ma stavolta non ti biasimerei poi più di tanto.”

“Ok... Fido non c’era, i Nosferatu hanno provato a farci la festa e abbiamo scoperto una Coterie nascosta a Villa Borghese.” Esordisce Mario, solo, tornato al cospetto del suo mentore.
“E che fine hanno fatto tutti?” - “Fido sembra scomparso da mesi, i Nosferatu li abbiamo distrutti, uno l’ho diablerizzato e la Coterie se n’é andata.” Grazie a Caino il sudore freddo non è cosa da vampiri perché nel qual caso Mario sarebbe un lago ghiacciato.
“Ci voleva tanto? Certo, la Diablerie non è cosa da poco, ma i Nosferatu non dovevano trovarsi lì, quindi siamo uno pari. Tieniti lontano dai riflettori e riga dritto, all’Elysium tira una brutta aria queste notti. Ora torna alla palazzina: all’ottavo piano c’è una cellula Sabbath che faremo neutralizzare domattina dai nostri ghoul. Voi dovrete solo piantonare il sito ed evitare che i bersagli scappino. Rimarrete sotto le direttive degli Intoccabili ma potrete smontare alle cinque. Ti basta rimanere fermo e non lasciarti provocare. Ora fila via e impara a fidarti di più la prossima volta.”

Mario torna sereno da Roy, tutto sommato è andata di lusso e si è scoperto solo personalmente. Insieme raggiungono il portone da piantonare dove al momento non v’è nessuno. Dai due angoli del palazzo spuntano, a coppie, i membri della Coterie spocchiosa che si avvicina ai due personaggi posti schiena contro schiena. 
“Anvedi chi c’hanno mandato!” esordisce Orazio, il capobranco Ventrue - “I numeri 10 v’hanno mandato, che da soli non ce la fate!” Risponde Roy con una citazione calcistica di facile compresione per tutti i Cainiti romani. Il Nosferatu della Coterie ci mette il carico: “Ancora in piedi e con la voglia di scherzare? Devo dire ad Agonìa che con i secoli s’è ammorbidito.” - “Bando alla ciance...” interrompe Orazio “...fate subito un giro di ronda e portateci i cornetti dal punjabi dietro il palazzo, dicono li faccia buoni.”
Mario e Roy resistono alla provocazione e a testa alta fanno il giro del palazzo, assicurandosi con lo sguardo la presenza di Charles nelle retrovie. Sul lato opposto del palazzo c’è veramente il forno Bangladesh h24, vi si fermano e acquistano quattro cornetti. Mario, non resiste alla tentazione: usa il proprio sangue per stimolare le ghiandole atrofizzate nella propria bocca così da creare salivazione. Sputa dentro il cibo mortale come si faceva da vivi, dpodiché sotto consiglio di Roy farciscono l’acquisto con uno dei numerosi escrementi di cane che addobbano il marciapiede della via di ritorno. “Eccove i vostri cornetti” annuncia Mario tirando con disprezzo la busta di carta al Gangrel. Questo rilancia subito i cornetti dentro la voragine al centro della strada, dov’è la discesa per giungere ai garage sottostanti i palazzi. “Siamo vampiri, idioti... A che ci servono dei cornetti?” La coppia di Cainiti incassa il goal e stringe i denti. “Ora salite nel palazzo e andate a studiare quel balcone...” lo indicano da sotto “...è quello dei Sabbath, poi scendete a riferire come pensate di difenderlo.”

Mario e Roy salgono i gradini in silenzio, contano ogni scalino come quanti della loro frustrazione. Arrivano sino al piano della terrazza ma la porta d’accesso all’area esterna è serrata. Roy decreta: “Vabé. È chiusa a chiave, andiamo a dare un’occhiata al nostro ospite?” Scendono il piano sottostante e suonano alla prima porta a casaccio, dalla quale risponde una voce da vecchina, Roy si tiene sul vago: “È ora d’andarsene.” - “Giuro che l’ho pagato l’affitto, non tutto ma ho parlato con la signora, è vero!” risponde la vecchietta implorante. “Va bene, torneremo fra un mese, ma non saremo buoni come adesso!” A risponderle è l’umanità di Mario che questa notte ha subito pesanti tagli. 
Suonano alla porta a fianco e attendono una risposta che non arriva. Roy, con Auspex, coglie dei rumori interni all’appartamento: “Siamo amici, potete aprire.” - “Amici di chi?!” risponde una voce dall’appartamento - “Amici di Chichi.”
La porta apre uno spiraglio, un’occhio vispo li squadra per due secondi netti per spalancarsi successivamente ai due Cainiti. “Finalmente! Entrate ragazzi.” I due giovani vampiri rimangono impetriti. Dinanzi a loro li invita il ragazzetto roscio che ora riconoscono come il salvatore delle fogne. 

Roy non ha più dubbi, si trova dinanzi Brick, un anziano vampiro, quasi leggendario, tra le fila della Camarilla fin dalla sua fondazione nel ‘400. 
Fino a un decennio fa è stato Conciliatore Malkavian, abbandonò la carica con la giustificazione «che non era poi così divertente». Da allora è stato avvistato successivamente in Città del Messico preda di fulminazioni religiose, a Zurigo sotto il nome di Ziegelstein e in altri luoghi del nord Europa senza mai aver chiari i suoi intenti e la sua lealtà. Brick è simbolo del cambiamento, un solista del potere in grado di spaventare anche il Principe più autorevole. Si mormorava fosse entrato a Roma senza presentarsi, ma nessuna fonte ufficiale ne ha accertato ancora l’esistenza. 
Ora è lì, dinanzi ai due Cainiti più sfigati di Roma, ad accoglierli in un rifugio Sabbath come facessero parte della famiglia. 
“Insomma entrate o no?!” Li esorta Brick con tono più curioso che preoccupato. “Eh... noi, veramente...” Entrambi cadono nel panico, vedono quell’uscio un punto di non ritorno pieno d’esistenze fuori dalla loro comprensione. 
“Vogliamo avvertire tutta la Camarilla o riuscite a entrare per tempo?” All’ipotesi del pericolo si ricordano d’esser passati al di là della linea gia da qualche notte. Oltrepassano quindi la soglia come non ci fosse un domani.
Entrano nell’appartamento romano, questo è degli anni ‘50: un corridoio infinito, buio silenzioso e umidiccio attraversa l’intero alloggio. A metà percorso fa capolino una faccia malaticcia da impiegato incallito, munito di occhiali a fondo di bottiglia e vestaglia scura da pantofolaio darkettone. La stanza in cui si trova era una cucina ora adibita a laboratorio con provette colme di fluidi colorati degne del più classico degli scienziati pazzi. 
“Vi presento Mordecai: la cellula Sabbath.” Roy avverte subito una sensazione sgradevole, mai sentita prima. Non ne ha mai incontrato uno perché estinti (almeno così gli era stato detto), ma è certo di avere dinanzi a sé un Tremere Sabbath: uno stregone del sangue dalle arti ancor più oscure degli ordinari maghi vampiri.
 “Quindi dobbiamo tirar fuori solo questo qui?” - “Ovvio, io sono un Fratello Camarilla.” li rassicura Brick con un largo e folle sorriso. “Sapete già come portarlo fuori?” - “Abbiamo un altro uomo con noi, possiamo farlo passare per un Sabbath salvatore visto che nessuno lo conosce.” Mario guarda Roy stupito, l’idea è nuova e tutto sommato niente male, avverte subito il compagno nascosto tramite SMS, per tenerlo pronto in caso di bisogno. “Sarà meglio andare ora, ci aspettano gli Intoccabili di sotto.” Così dicendo prendono la porta ed escono con un gran senso di sollievo, dentro a questa storia si sentono sempre più piccoli.

Nessun commento:

Posta un commento